Le informazioni sono tratte dalle Linee guida sulla menopausa regione Toscana 2015
“La terapia ormonale sostitutiva (TOS) è volta al recupero di uno status ormonale che permetta la risoluzione dei sintomi da deprivazione estrogenica a breve termine e ne prevenga i rischi a medio e lungo termine. Principio fondamentale, comunque, è che la TOS, ove programmata, faccia parte di una strategia più ampia, capace di accompagnare la donna a un corretto stile di vita, in relazione ad alimentazione, attività fisica, fumo, assunzione di alcolici eccetera.”… “La TOS è una delle terapie più largamente studiate ed è stata usata per più di 60 anni da più di 100 milioni di donne in post-menopausa. La decisione di iniziare la TOS per trattare la sintomatologia della menopausa è subordinata alla valutazione medica del singolo caso; esistono comunque situazioni oggettive in cui può essere fortemente consigliata, come nei casi di menopausa precoce o chirurgica e nei soggetti con forte sintomatologia.”
A volte mi viene da piangere quando leggo in medichese!
TRADOTTO: è un trattamento farmacologico ormonale a base di soli estrogeni nelle isterectomizzate (quando si è tolto l’utero), o estrogeni più progesterone per tutte quelle che l’utero ancora l’hanno. Sostituisce, la mancanza di ormoni che accade in menopausa, con l’intento di alleviare alcuni dei fenomeni che la caratterizzano, come le vampate, l’insonnia, la sudorazione eccessiva; a volte può anche aiutare a calmare le crisi d’ansia, mitiga la depressione, la secchezza e il prurito vaginale.
La TOS, deve essere somministrata sotto controllo medico, ciascuna donna ha il proprio dosaggio, tipo di ormone e modalità di somministrazione, è importante trovare quello giusto.
Pillola, cerotto, spray nasale, gel, quale usare?
Non siamo tutte uguali, a ciascuno la sua, se si decide che è necessaria, soprattutto se si è andate in menopausa precoce o a causa di un intervento dove si sono tolte le ovaie.
QUANDO TI FANNO “LA TOTALE” A 45 ANNI IL MINIMO E’ AVERE LA SOSTITUZIONE !
C’è la possibilità di un aumento del rischio tumorale alla mammella per le donne trattate con terapia estroprogestinica, nella fascia di età compresa fra i 50 ed i 70 anni rispetto a quelle non trattate.
Il numero dei casi di tumore nelle donne senza terapia è di 45 su 1.000, in quella trattata con HRT per 10 anni sono 51 su 1000, in pratica solo 6 casi in più.
Nella terapia solo estrogenica (usata in genere nelle isterectomizzate), il rischio è minore.
Il rischio di carcinoma della mammella, diminuisce rapidamente dopo la cessazione della terapia ormonale. A 5 anni dalla sospensione, il rischio non sembra maggiore rispetto a quello delle donne che non hanno mai fatto terapia ormonale.
Detto ciò, aggiungo una parentesi brevissima sul tumore al seno: il 75% delle donne con questo tumore, ha più di 50 anni.
Vuol dire quindi, che dobbiamo stare più attente, a prescindere dal fatto che usiamo o meno della TOS, forse, il fatto di usarla e quindi di essere sottoposte a controlli più frequenti, può aumentare la possibilità di fare una diagnosi precoce dell’insorgenza del tumore.
Oltre agli screening, che il nostro sistema sanitario prevede, a partire dai 20 anni dovremmo essere in grado di “autopalparci”, questa prassi rimane uno dei fulcri della lotta al tumore al seno.
Dovrebbe essere effettuata una volta al mese, nei 2-3 giorni dopo le mestruazioni, fino a quando le hai, quando non le hai più il momento in cui procedi all’autopalpazine è indifferente. Non è una procedura preventiva, infatti, quando senti qualcosa che non va è perché ce l’hai già. Semmai, serve per imparare a riconoscere quando tutto è normale, così che, quando noti un piccolo cambiamento ti attivi subito, limitando il rischio di ricevere una diagnosi di tumore in fase avanzata.
L’obiettivo oggi, è quello di arrivare a una diagnosi talmente precoce che, dovrebbe essere posta, prima ancora, che il tumore sia palpabile.
L’autopalpazione non sostituisce le periodiche indagini di screening.
Per sapere come eseguire l’esame vai su https://www.youtube.com/watch?v=7h8oVslJFWw
VEDRAI CHE IN BREVE IMPARERAI.
Il rischio di ictus è correlato all’età.
L’incremento del rischio di ictus ischemico è quantificabile nell’ordine di 1 caso in più/1.000 donne l’anno, il che, per definizione, è un evento raro.
Comunque, il rischio non risulta aumentato nel gruppo di donne normotese di età tra i 50 e i 59 anni. Scende ulteriormente se si prende un basso dosaggio per via transdermica (il cerotto).
La TOS riduce i sintomi legati alla menopausa, previene l’osteoporosi e le fratture correlate, riduce il tumore del colon retto, migliora il quadro lipoproteico e il metabolismo glicidico, mantiene le funzioni endoteliali.
Il momento d’inizio della TOS è fondamentale, è meglio iniziarla prima dei 60 anni e comunque non dopo che siano passati 10 anni. Deve essere usata la dose minima di ormoni, indispensabile per avere utili benefici. Nelle donne che hanno iniziato la terapia più precocemente, fino a 5-10 anni dopo la menopausa, nonostante un profilo cardiovascolare non ottimale, non è stato evidenziato alcun incremento del rischio cardiovascolare.
DIREI CHE E’ UNA BUONA NOTIZIA VISTO CHE LE DONNE IN MENOPAUSA AUMENTANO IL RISCHIO DI MALATTIE CARDIACHE RAGGIUNGENDO QUELLA DEGLI UOMINI.
Il dato di per sé è molto rassicurante e ha una notevole importanza per la pratica clinica.
Bisogna valutare bene il costo/beneficio e rivalutare ogni anno con il proprio medico, secondo il perdurare o meno del malessere e facendo controlli ginecologici, senologici, tiroidei, cardiologici regolari. Un po’ come facevi con la pillola anticoncezionale.
Gli esami indicati sono: Pap-test triennale fino ai 65 anni e mammografie tra i 50 e i 69, ecografia transvaginale e senologica alternativamente ai precedenti.