Gli studi sono disomogenei e contrastanti.
L’idea di usare isoflavoni ricavati dalla soia, nasce dall’evidenza, che le donne asiatiche hanno una sintomatologia legata alle vampate minore rispetto alle occidentali; le loro ossa inoltre, risultano più dense, rispetto alle loro coetanee del resto del mondo.
Indubbiamente, la loro nutrizione le rende più forti nel momento del cambiamento menopausale ma, questo è il risultato di un’alimentazione a base di soia di un’intera vita.
Per avere effetti simili, dovremmo iniziare almeno 15 anni prima della menopausa a consumare regolarmente questo alimento.
Infatti, le donne asiatiche nate e vissute in occidente, hanno la stessa sintomatologia menopausale delle native occidentali.
Sicuramente, ha un grosso peso anche la differenza che esiste, tra le popolazioni occidentali e quelle asiatiche, di tipo culturale e sociale, alla sopportazione del dolore, all’esternazione del proprio sentire e delle proprie emozioni.
Noi occidentali non facciamo harakiri senza battere ciglio, siamo un po’ diversi.
Il non scientificamente provato è dato anche dal fatto che, i prodotti consigliati per i sintomi della menopausa, vengono considerati integratori, non farmaci e quindi (come già detto), hanno una normativa diversa.
A noi donne piace avere un’alternativa, anche in medicina, quindi se due compressine di soia ti fanno diminuire le scalmane, prendile!
Se un paio di gocce di olio essenziale alla lavanda, sul cuscino, ti fanno dormire meglio… mettile!
Se delle sedute dall’agopuntore ti danno sollievo falle!
Se ti sei sempre curata con l’omeopatia e funziona, perché smettere?
Hai vissuto abbastanza tempo con te, per sapere cosa ti fa bene e cosa no…
O NO?