L’immagine di sé: specchio,servo delle mie brame… chi è la donna in menopausa più bella del reame?

Il cambiamento della propria immagine

Il passaggio non è indolore, la nostra società non ci sostiene, perché propone generalmente modelli femminili che brillano solo per la bellezza fisico-palestro-plastica della loro immagine.

Spesso adolescenza e menopausa vengono associate, per il carico emotivo e per il cambiamento fisico che le accomuna

Gli adolescenti devono uscire dalla simbiosi con la famiglia d’origine e prendere possesso della loro “adultitudine”.
Questo passaggio richiede il ridimensionamento del modello di riferimento adulto, il figlio, la figlia, devono “uccidere” il Re o la Regina, per far emergere la loro personalità.
Un processo impegnativo, che avviene attraverso crisi profonde e forti liti da entrambi i fronti. Probabilmente ne sai qualcosa se hai ancora a che fare con adolescenti scalpitanti… e’ una lotta impari all’ultimo ormone, al “facciamo a chi li ha più sballati !”
I ragazzi però, si ritrovano in branco, questo riconoscersi e condividere con i propri simili li aiuta nel passaggio.

Le donne in menopausa si devono affrancare dalla figura che hanno interpretato sino a quel momento:

donna più o meno bella, più o meno in carriera, più o meno madre, più o meno moglie, più o meno figlia, più o meno… qualsiasi altra cosa in cui si sia espressa.
Questo non vuol dire che smettiamo di essere: belle, donne in carriera, madri, mogli, figlie, vuol dire che dobbiamo cambiare la maniera di esserlo!

E di trovare un’altra dimensione, oltre a queste, per esprimerci perché: la bellezza svanirà, i figli se ne andranno, i genitori ci lasceranno e finalmente andremo in pensione… quindi è obbligatorio trovare una nuova “essenza di noi”.
Per questo e per mille altri motivi, le donne in menopausa dovrebbero fare come in adolescenza, uscire dalla solitudine, condividere spazi e momenti in compagnia di altre donne, armate di ventaglio, per parlare di gioie e dolori di questa fase della vita.

Probabilmente, questa è una nuova “storia di donne” che dobbiamo scrivere noi e lasciare il frutto delle nostre ricerche alle nostre figlie.
Così come le generazioni di donne che ci hanno preceduto, ci hanno lasciato l’eredità delle loro lotte e dei loro risultati.
Poche prima, sopravvivevano ai parti, agli aborti, a una vita di stenti e fatica che le consumava presto. Poche prima, sopravvivevano alle loro ovaie.
Ora i tempi sono cambiati e a noi restano tanti anni di vita, dobbiamo solo decidere quanta vita mettere, in questi tanti anni ancora.

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